La pasticcera di mezzanotte by Desy Icardi

La pasticcera di mezzanotte by Desy Icardi

autore:Desy Icardi [Icardi, Desy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-10-27T16:26:20+00:00


Capitolo 18

Jolanda, 1888 e 1889

Il collegio non entusiasmò Jolanda, ma neppure le spiacque. C’erano tante bambine della sua età ed era bello giocare e chiacchierare con loro; anche le lezioni non erano male. Studiare in una classe di coetanee era senz’altro più gradevole che farlo insieme a una delle sue tante Mesdemoiselles, che oltre a essere severe e noiose non erano riuscite a insegnarle granché. Jolanda era infatti molto indietro rispetto alle sue compagne, ma si impegnò da subito per raggiungerle. Come le aveva ripetuto tante volte zia Isabella nelle lettere che le inviava ogni settimana, lei non era una bambina qualunque, e non poteva farsi bagnare il naso da chicchessia: ne andava dell’onore del grande e mai abbastanza compianto barone Eliano Durand! In collegio studiava matematica, francese, geografia e tutte le altre materie che le sue Mesdemoiselles avevano inutilmente tentato di ficcarle in testa, ma c’erano anche lezioni di stampo più pratico, come la pittura, la musica e il cucito. Al collegio si tenevano anche lezioni di economia domestica e cucina, ma a quelle non prendeva parte. Il padre era stato molto chiaro con le monache che gestivano il collegio: sua figlia non doveva avvicinarsi ai fornelli per nessun motivo! Le suore avevano incassato la retta, acconsentendo senza porre domande né obiezioni. Mentre le sue compagne spadellavano, Jolanda si rifugiava in biblioteca per leggere. Leggeva rapida e vorace, animata da un malsano senso di rivalsa verso le compagne più istruite che la spingeva a ingozzarsi di pagine assimilandole senza assaporarle. In pochi mesi divenne tra le più brave della sua classe, meglio di lei c’erano soltanto Angelica ed Eulalia, la prima era figlia di un conte, l’altra la nipote di un principe, ma con loro era inutile competere: conti e principi occupavano un posto più alto nella gerarchia nobiliare ed erano sotto ogni aspetto migliori dei baroni, persino di quelli impareggiabili in virtù e bellezza come il suo defunto nonno. Non potendole surclassare, Jolanda decise di farne le sue migliori amiche. Nella scuola c’erano poi delle borghesi, ben più ricche delle sue amiche aristocratiche, ma la loro ricchezza era differente, meno antica e onorevole; così le avevano spiegato Angelica ed Eulalia. Ogni domenica i genitori andavano a trovarla, e si compiacevano di come fosse rifiorita. In collegio mangiava tutto quel che aveva nel piatto, così come le avevano insegnato Angelica ed Eulalia: le signorine di nobili natali non potevano indulgere in capricci e lamentele, come invece facevano le borghesucce viziate! Quando durante le visite, i genitori le domandavano se avesse bisogno di qualcosa, lei rispondeva che non le mancava nulla e in effetti era proprio così; in collegio aveva tutto ciò che le occorreva, salvo un’unica cosa della quale la Maltese abbondava: la solitudine. In collegio non c’era momento della giornata che potesse affrontare da sola, neppure dormire. Persino quando tutte le sue compagne si recavano alla lezione di cucina e lei si rifugiava in biblioteca non riusciva a rimanere da sola. Ai tavoli di lettura sedeva sempre qualche



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